mercoledì 13 giugno 2012

L'arco e la volta

Contrariamente a quanto si possa pensare, l'arco e la volta, prima ancora che presso i romani, erano già noti in Mesopotamia e Basso Egitto 3000 anni prima di Cristo.
A causa di una tecnologia non ancora sviluppata, queste costruzioni non poterono sopravvivere: gli elementi costitutivi erano mattoni in terra cruda, essiccati al sole, e pertanto facilmente deperibili.


Nella preistoria, era in uso un abbozzo di arco, noto come “falso arco” o “arco a mensola”, ottenuto mediante la progressiva sovrapposizione di  pietre piatte che, a partire dai due sostegni laterali, venivano appoggiate l’una sopra l’altra tendendo via via a ridurre la distanza intermedia, fino a congiungersi nel centro: si otteneva, così, una struttura “a scalini”, staticamente ben diversa dall'arco (giacchè scaricava il peso sostanzialmente solo verticalmente).



 Ma il vero e proprio splendore fu raggiunto grazie ai romani, che lo utilizzarono per le costruzioni civili (edifici privati e pubblici, anfiteatri, ecc), per grandiose opere ingegneristiche (si pensi ai maestosi acquedotti), per ragioni simbolico/celebrative (come archi di trionfo, atti ad esaltare le vittoriose battaglie dell'imperatore agli occhi della folla)  e come punti di riferimento posti all'incrocio di più strade.





Nel periodo medievale, un nuovo impulso fu dato grazie all'architettura bizantina, con lo sviluppo di nuove tipologie (a sesto acuto, inflesso, ad ogiva), ed a quella romanica (che riprese il motivo dell’arco romano a tutto sesto).  Poco dopo, l'architettura gotica fece dell'arco il motivo basilare delle tecniche costruttive, spesso con ardite strutture fatte di rampanti ed archi a sesto acuto. 
Le molteplici variazioni costruttive avutesi nei secoli successivi hanno condotto l'arco ad assumere varie tipologie, fino alla fine dell'800, quando l'uso dell'arco (inteso come staticamente portante) è stato progressivamente soppiantato dall'utilizzo delle strutture intelaiate (travi e pilastri) in calcestruzzo armato, anche se non è stato assolutamente mai abbandonato, e non è raro, a tutt'oggi, riscontrare moderne strutture archivoltate.

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